La concentrazione di gas a effetto serra nell'atmosfera è la causa principale del cambiamento climatico prodotto dal riscaldamento globale. Nei prossimi 30 anni dovremo ridurre una grande quantità di questi gas. Un’operazione non semplice, perché vanno considerati diversi settori che devono diventare più sostenibili da un punto di vista ambientale. Le energie da fonti rinnovabili, come il solare, l’eolico, l’idroelettrico e il geotermico, sono fondamentali per produrre elettricità senza inquinare. Ci sono, però, settori in cui è difficile abbattere le emissioni - definiti infatti “difficili da decarbonizzare” (“hard to abate”, in inglese) - come quelli del cemento, dell'acciaio e della chimica, senza dimenticare il trasporto pesante, quello aereo e navale o l’agricoltura.
L’obiettivo è quindi contribuire alla riduzione delle emissioni di questi settori senza intaccare la loro competitività sul mercato globale. Nella lotta ai cambiamenti climatici, laddove non sia possibile sostituire gli attuali processi con alternative a zero emissioniuno degli strumenti chiave per ridurre gli effetti climalteranti dei settori “hard to abate” è proprio la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica, o il suo riutilizzo come materia prima: la CCUS, acronimo che sta per Carbon Capture Use and Storage, (cattura, trasporto, stoccaggio e utilizzo della CO2).
Ce ne parla Roberto Ferrario, responsabile Soluzioni Innovative di CCUS di Eni, ospite di questa puntata dei podcast di AGI per Eni.
Carbonio in trappola
Come funziona la CCUS? Come ci ha spiegato Roberto Ferrario di Eni nel podcast, le tecnologie di cattura e stoccaggio impediscono alla CO₂ di finire nell'atmosfera catturandola direttamente dai camini delle fabbriche, come nelle acciaierie e nei cementifici. Il metodo più comune è quello di far passare i gas di scarico attraverso una colonna con una soluzione di ammine, che cattura la CO₂ e poi la rilascia in un'altra colonna. Ci sono anche tecnologie più nuove in sviluppo, come la cattura della CO₂ direttamente dall'aria.
La CO₂ catturata viene poi trasportata (attraverso tubi, oppure compressa, liquefatta e trasportata con camion o navi) e immagazzinata in profondità, in formazioni rocciose adatte. In alternativa, una parte della CO₂ può essere trasformata in materiali utili, come carburanti sintetici, sostanze chimiche o materiali da costruzione.
Alla scoperta di Ravenna CCS
Il progetto dell’hub nell’Adriatico, il primo in Italia, è una collaborazione tra Eni e Snam che prevede proprio la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica. Si mira a ridurre le emissioni di CO2 catturandola e stoccandola in giacimenti di gas esauriti al largo dell’Adriatico. Ravenna CCS rappresenta un'iniziativa ambiziosa e strategica per la decarbonizzazione italiana ed europea. Soprattutto perché sfrutta le tecnologie più avanzate e competenze nazionali grazie all'esperienza pluridecennale dello stoccaggio sotterraneo del gas naturale, in cui l'Italia vanta una posizione di avanguardia.
Il progetto prevede una fase iniziale proprio nel 2024, con l’obiettivo di catturare fino a 25.000 tonnellate di CO₂ dalla centrale Eni di trattamento di gas naturale di Casalborsetti, nel Ravennate. Una volta catturata, la CO2 viene convogliata verso la piattaforma di Porto Corsini Mare Ovest e quindi iniettata nell’omonimo giacimento di gas esaurito, nell’offshore adriatico. Entro il 2030 si prevede lo stoccaggio di 4 milioni di tonnellate di CO₂ per contribuire alla decarbonizzazione delle industrie in settori "difficili da decarbonizzare" presenti nell’area di Ravenna e del Nord Italia. Dal 2030 la grande capacità dei giacimenti permetterà di incrementare la portata fino a 16 milioni di tonnellate all’anno in base alle richieste provenienti dal mercato.
Il progetto Ravenna CCS si propone di diventare uno dei più importanti centri per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica, con una capacità totale di oltre 500 milioni di tonnellate. I grandi volumi dei giacimenti esauriti dell’Adriatico permetteranno di aumentare progressivamente la capacità di stoccaggio permettendo di decarbonizzare un numero più ampio di attività industriali in conformità agli obiettivi posti dalla comunità internazionale al 2050.
Scorpi Ravenna CSS: clicca e vai al sito del progetto.
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